É l'azienda sanitaria più grande e indebitata del Paese: una specie di labirinto cretese fatto di ospedali e ambulatori e che, al suo centro, passando tra sperperi e illeciti vari, nasconde un debito abissale. Un mostro che da solo vale un terzo delle perdite della Campania, cioè un passivo di 750 milioni di euro negli ultimi tre anni. Stiamo parlando della Asl1 di Napoli, di cui addirittura la magistratura ha parlato descrivendola come soggetta a una «gestione allegra»: un eufemismo se si considera che solo lo scorso febbraio si è arrivati all'arresto di nove funzionari e dirigenti per una brutta storia di appalti pilotati.
Le dimensioni del disastro si misurano nei numeri: un ricovero al presidio ospedaliero di Napoli est, per esempio, costa 10mila euro, mentre negli ospedali di Salerno solo 3mila. Ma, più di tutto, sono i «benefit» ai dipendenti a far discutere: indennità infettiva a tutto il personale comprese le segretarie che mai hanno stretto la mano ad un malato; compensi accessori a livelli doppi; neanche un neuroradiologo all'ospedale degli Incurabili (tanto che una tac va portata in ambulanza in un'altra struttura per avere il referto).
E il servizio? Basterebbe chiederlo ai napoletani, che sempre più spesso migrano verso gli ospedali del Nord. Evidentemente, ancora una volta tanta spesa non vuol dire qualità delle prestazioni. Anzi.